
Il colloquio di gruppo
Il colloquio di gruppo – cosa devo fare?
Al giorno d’oggi è sempre più frequente che il processo di selezione del personale di un’azienda preveda più step e che, tra questi, ci sia un colloquio di gruppo. Ma in cosa consiste? Cosa stanno cercando di capire i recruiter? Come affrontarlo al meglio?
Vediamolo insieme.
Definizione
Il colloquio di gruppo, chiamato anche colloquio collettivo o assessment center, è uno step del processo di selezione che permette di analizzare conoscenze/competenze/abilità di un insieme di individui tramite la valutazione del loro comportamento all’interno di un’attività di gruppo. Solitamente, viene condotto da più recruiter, o assessor.
Esistono diverse tipologie di assessment, ad esempio l’in-basket, la leaderless group discussion, il role play ecc. Senza entrare troppo nello specifico, possiamo dire che ai partecipanti viene sottoposta una prova pratica, che sia la simulazione di una situazione aziendale tipo o un’attività più generica da dover affrontare. I candidati possono trovarsi a dover ricoprire ruoli specifici, assegnati in anticipo dal recruiter, oppure a dover interagire con gli altri liberamente. Il colloquio viene condotto in modo tale da stimolare la discussione e il confronto tra i membri del gruppo.
Obiettivi
Lo scopo ultimo non è la rilevazione della risposta conclusiva all’esercizio, anche perché spesso nelle attività proposte non esiste una soluzione giusta o sbagliata. Il fine è, invece, analizzare le interazioni tra i partecipanti, le dinamiche di gruppo che si vengono a creare, i comportamenti adottati dai singoli individui per capire se le risorse siano in linea o meno sia rispetto alla mansione proposta che al contesto aziendale di riferimento.
Facciamo un breve (sicuramente non esaustivo) elenco degli elementi presi in considerazione:
- Capacità di ascolto: il partecipante ha compreso quello che è stato detto dagli altri del gruppo? Ha interrotto altri partecipanti?
- Modalità di comunicazione verbale: che tipo di linguaggio utilizza? E’ stato compreso dagli altri membri?
- Modalità di comunicazione non verbale: dove si è collocato nella stanza? Quali gesti utilizza?
- Flessibilità di opinioni: persevera o meno nelle sue opinioni? Da rilevanza alle valutazioni espresse dagli altri?
- Atteggiamento adottato: è rispettoso nei confronti degli altri? È leale?
- Dinamiche di gruppo: quale ruolo assume ogni membro del gruppo? C’è qualcuno troppo imperativo o sovrastante?
Come comportarsi?
Non esiste la “ricetta perfetta” per fare buona impressione, perché tanto dipende da cosa stanno cercando i recruiter. In generale, però, è bene tenere a mente i seguenti punti:
- Essere se stessi. E’ sempre meglio dimostrare onestà nei propri comportamenti e atteggiamenti; il contesto del gruppo evidenzia con facilità eventuali finzioni o forzature, che incideranno nella valutazione dei selezionatori.
- Trasmettere calma. Manifestare serenità e considerare gli altri partecipanti come alleati, non nemici, aiuta a dare il massimo nella propria prestazione.
- Comunicare efficacemente. Collegandosi al senso di calma, è importante cercare di non essere troppo frettolosi nell’esprimere la propria opinione; una comunicazione emessa con i giusti tempi, chiara e concreta incide nella propria prestazione.
- Controllare l’emotività. Partendo dal presupposto che è un contesto stressante, come ogni colloquio di lavoro, dimostrare di saper controllare la propria emotività è importante. Per questo, stare attenti al tono di voce che si usa e ai gesti che si fanno è fondamentale.
- Gestire il tempo. Essere in grado di gestire il tempo fornito per la prova dimostra senso di responsabilità e di rispetto delle regole.